
Nel 2011 i giardini aderenti al network hanno registrato circa otto milioni di visitatori: un turismo che rappresenta una nicchia importante per il settore, e infatti sono sempre di più i giardini dotati anche di servizi di ristorazione e pernottamento, e che organizzano concerti ed eventi.
Oltre cinquemila rose
Prima tappa del nostro itinerario in pullmino, il Roseto Vacunae Rosae a Roccantica (Rieti), a circa 45 minuti da Roma nord sulla via Salaria. Il Roseto, impiantato dal 2000 in un’azienda agricola biologica di 130 ettari, si è ormai affermato come uno dei più importanti della World Rose Association, mentre è il numero uno al mondo per la scelta concettuale delle specie. Muri, cancellate e aiuole sono ricoperte di rose in un digradare di colori e gli alberi sono quelli che amano le rose: tamerici, mandorli e melograni. Due ettari di roseto con 5.500 piante suddivise in 137 settori monotematici – le rose delle amanti di Napoleone, della Belle Epoque, dei tre Moschettieri – e per colore e profumo.
La padrona di casa Anna Chiara Cimatti accoglie gli ospiti e li accompagna attraverso il Roseto raccontandone la storia e le caratteristiche, è un mondo di leggerezza e di colori. Il Vacunae Rosae prende il nome da Vacunae, dea della fertilità e del benessere dei boschi della Sabina, le sale e i giardini della Club House La Tacita accolgono fino a 1.200 ospiti e il ristorante è curato dallo chef Antonio Sciullo. Per l’ospitalità c’è per ora una sola camera doppia, ma i progetti di Giorgio Mece sono molteplici. La colazione si conclude con il prosecco al profumo di rosa.
Tra mostri e segreti
L’itinerario continua verso Viterbo, con una sosta caffè nella sede di Uno Più, partner storico di Grandi Giardini. L’azienda produce artigianalmente arredi da giardini tra i più ricercati e, negli spazi espositivi, è divertente progettare, nella mente, il proprio giardino o terrazzo. Si arriva a Bomarzo, piccolo borgo alle falde del Monte Cimino, per visitare il Sacro Bosco o Parco dei Mostri: fu ideato nel 1552 dal principe Vicino Orsini e dall’architetto Pirro Ligorio, che invece di rispettare i criteri del classico giardino cinquecentesco fecero scolpire i grandi massi di peperino affioranti dal terreno in forme ed elementi completamente svincolati tra loro. Dopo la morte del principe il parco fu abbandonato; ma nel 1953 il padre dell’attuale proprietario Roberto Bettini lo acquistò e restaurò, ripiantando alberi e piante. Bettini, che nel Parco è cresciuto e ce l’ha nel cuore, ci accompagna attraverso il bosco tipico della campagna laziale, le bocche spalancate di mostri e draghi, con i raggi del sole tra i rami, non incutono soggezione: l’elefante, la casa pendente, la tartaruga, ogni angolo nasconde una sorpresa.
Il Viterbese vanta la più alta concentrazione mondiale di giardini storici, e quello all’italiana di Vignanello è forse la rappresentazione più elegante e sofisticata; ci accoglie la Principessa Claudia Ruspoli con il suo cane Nettuno, attraversiamo le sale del Palazzo con vista sul giardino e sulla vallata: è perfetto; e il gioiello nascosto è il giardino segreto. Il costo del biglietto singolo è di 10 euro, offerte varie per i gruppi.
http://www.grandigiardini.it/
Oltre cinquemila rose
Prima tappa del nostro itinerario in pullmino, il Roseto Vacunae Rosae a Roccantica (Rieti), a circa 45 minuti da Roma nord sulla via Salaria. Il Roseto, impiantato dal 2000 in un’azienda agricola biologica di 130 ettari, si è ormai affermato come uno dei più importanti della World Rose Association, mentre è il numero uno al mondo per la scelta concettuale delle specie. Muri, cancellate e aiuole sono ricoperte di rose in un digradare di colori e gli alberi sono quelli che amano le rose: tamerici, mandorli e melograni. Due ettari di roseto con 5.500 piante suddivise in 137 settori monotematici – le rose delle amanti di Napoleone, della Belle Epoque, dei tre Moschettieri – e per colore e profumo.
La padrona di casa Anna Chiara Cimatti accoglie gli ospiti e li accompagna attraverso il Roseto raccontandone la storia e le caratteristiche, è un mondo di leggerezza e di colori. Il Vacunae Rosae prende il nome da Vacunae, dea della fertilità e del benessere dei boschi della Sabina, le sale e i giardini della Club House La Tacita accolgono fino a 1.200 ospiti e il ristorante è curato dallo chef Antonio Sciullo. Per l’ospitalità c’è per ora una sola camera doppia, ma i progetti di Giorgio Mece sono molteplici. La colazione si conclude con il prosecco al profumo di rosa.
Tra mostri e segreti
L’itinerario continua verso Viterbo, con una sosta caffè nella sede di Uno Più, partner storico di Grandi Giardini. L’azienda produce artigianalmente arredi da giardini tra i più ricercati e, negli spazi espositivi, è divertente progettare, nella mente, il proprio giardino o terrazzo. Si arriva a Bomarzo, piccolo borgo alle falde del Monte Cimino, per visitare il Sacro Bosco o Parco dei Mostri: fu ideato nel 1552 dal principe Vicino Orsini e dall’architetto Pirro Ligorio, che invece di rispettare i criteri del classico giardino cinquecentesco fecero scolpire i grandi massi di peperino affioranti dal terreno in forme ed elementi completamente svincolati tra loro. Dopo la morte del principe il parco fu abbandonato; ma nel 1953 il padre dell’attuale proprietario Roberto Bettini lo acquistò e restaurò, ripiantando alberi e piante. Bettini, che nel Parco è cresciuto e ce l’ha nel cuore, ci accompagna attraverso il bosco tipico della campagna laziale, le bocche spalancate di mostri e draghi, con i raggi del sole tra i rami, non incutono soggezione: l’elefante, la casa pendente, la tartaruga, ogni angolo nasconde una sorpresa.
Il Viterbese vanta la più alta concentrazione mondiale di giardini storici, e quello all’italiana di Vignanello è forse la rappresentazione più elegante e sofisticata; ci accoglie la Principessa Claudia Ruspoli con il suo cane Nettuno, attraversiamo le sale del Palazzo con vista sul giardino e sulla vallata: è perfetto; e il gioiello nascosto è il giardino segreto. Il costo del biglietto singolo è di 10 euro, offerte varie per i gruppi.
http://www.grandigiardini.it/
Nessun commento:
Posta un commento